Cos’è l’inflazione
Soprattutto in questi anni di crisi abbiamo sentito spesso parlare di inflazione, deflazione e Pil e abbiamo imparato che per uscire dalla crisi è necessario alzare il Pil, il Prodotto interno lordo ovvero il valore complessivo di beni e servizi prodotti in uno Stato e tendere all’aumento dell’inflazione.
Quest’ultima esprime l’aumento dei prezzi di mercato dei prodotti e servizi e abbiamo visto come nello scorso anno l’inflazione sia aumentata ma soprattutto per l’aumento dei prodotti energetici, quindi non si tratta di un’inflazione strutturale che è quella che porta reale beneficio al Paese, che, invece, si è mantenuta bassa.
Per determinare l’inflazione dei prezzi al consumo per le famiglie, si considera un insieme di beni e servizi, non la totalità delle merci possibili, mettendo questo elenco a confronto con i prezzi dell’anno precedente. Questa lista viene chiamato “Paniere” e annualmente è suscettibile di variazioni nella composizione.
L’inflazione è, quindi, un indice molto relativo, in un certo senso manipolabile: si può ottenere un dato di inflazione maggiore mettendo nel paniere prodotti il cui costo sia in aumento o, al contrario, inserendo prodotti con prezzo in calo anche l’indice di inflazione sarà inferiore. L’inflazione non è, quindi un indicatore assoluto ma relativo, correlato alla scelta dei prodotti presi in considerazione.
Come l’inflazione incida sugli investimenti è piuttosto evidente: per via della politica monetaria della Banca Centrale Europea, i tassi di interesse sono tuttora al minimo storico e questo per facilitare i finanziamenti bancari, l’accesso al credito e realizzare una maggiore circolazione del denaro, con l’intento di incrementare gli investimenti industriali, quindi la produzione e l’occupazione.
Nel contempo si promuovono i consumi, quindi si tende all’innalzamento dell’inflazione per l’aumento della domanda e vediamo che l’inflazione sta aumentando in tutti i Paesi dell’Eurozona, soprattutto in Germania che mostra l’incremento maggiore. A seguito dell’incremento dell’inflazione la Banca Centrale Europea dovrebbe abbandonare la politica di protezione dell’economia e innalzare i tassi di interesse ma questo ancora non sta avvenendo provocando dei problemi sugli investimenti.
La pressione tedesca insegna
Da tempo, ormai, la Germania sta esercitando pressioni sulla BCE affinché abbandoni la politica monetaria attuale e innalzi i tassi di interesse. Perché questa pressione? Il popolo tedesco sta vedendo un sensibile aumento dell’inflazione, quindi un aumento dei prezzi che erode il potere d’acquisto degli stipendi, rimasti pressoché fermi e questo, ovviamente genere proteste da parte della gente.
Il denaro investito rende molto poco per i tassi di interesse ancora praticamente a zero, quindi investire capitali non è conveniente e si perde potere d’acquisto. Chiaramente questa situazione è negativa per tutto il popolo, sia per chi non investe che per chi lo fa ma con scarsi risultati, non recuperando nemmeno l’erosione dell’inflazione.
Invertire la rotta
Dal momento che l’inflazione è in ripresa un po’ in tutti i Paesi dell’Eurozona, il forte rischio attuale è che la ripresa dell’Economia di ciascun Paese venga rallentata dalla diminuzione del potere d’acquisto e dalla mancata convenienza nell’investire e mancati investimenti significano mancato sviluppo della produzione, affiancata ad un’erosione del potere d’acquisto un minore consumo interno e di conseguenza il rischio è di tornare indietro sul miglioramento dell’Economia.
Chi ha intenzione di investire deve essere ottimista sul breve termine in quanto sembra che finalmente quest’anno la BCE innalzerà i tassi di interesse ridando vigore agli investimenti che rappresenteranno anche la possibilità di recupero del potere d’acquisto e quindi uno stimolo all’ulteriore ripresa dell’economia. In questo senso l’importanza dell’inflazione non è insita nella stessa ma nell’indicazione che l’economia è in ripresa e si possono quindi abbandonare le politiche che stanno bloccando gli investimenti.
Preparati, quindi ad investire il tuo denaro per ottenere maggiori rendimenti ma fallo già anche adesso per avere anche quel minimo che non hai tenendo i soldi fermi, aiutando te stesso e l’economia in generale nella ripresa.