Il Morbo di Parkinson

Il Morbo di Parkinson

Cos’è il morbo di Parkinson

Tutti noi, il mondo intero ha ancora ben chiaro negli occhi l’amatissimo Papa Giovanni Paolo II, soprattutto negli ultimi tempi della sua vita nei quali la difficoltà a muoversi, i tremori che devastavano il suo corpo, la voce che da sicura e tonante era diventata incerta, fino all’ultima apparizione in cui il Papa, non riuscendo più a parlare ha mostrato con il suo volto tutta la sofferenza personale e per l’impossibilità di rispondere con la parola all’acclamazione popolare, pochi giorni prima di morire. Il Morbo di Parkinson aveva devastato il suo fisico.

Ma cos’è questa malattia? Lo andiamo a scoprire subito. Si tratta di una malattia degenerativa descritta dal suo primo descrittore, James Parkinson nel 1817 come “Paralisi Agitante” due parole che descrivono il carattere di questa malattia che, secondo le stime, colpisce in Italia 250 mila persone.

La degenerazione sopravviene con l’età, generalmente, quindi con l’aumento dell’età media è lecito aspettarsi un incremento dei casi nel prossimo futuro. Volendo classificare questa malattia la possiamo inserire nel gruppo di malattie caratterizzate da disturbo del movimento.

Le persone colpite da Parkinson, infatti, presentano tremori a mani, braccia, gambe, alla mascella o alla testa; presente anche rigidità degli arti e del tronco e lentezza dei movimenti.

I malati hanno difficoltà a mantenere una stazione eretta ferma e soprattutto difficoltà a iniziare la deambulazione che, una volta avviata, è difficile fermare, tanto che spesso le persone sono costrette a gettarsi a terra o contro ostacoli per potersi fermare.

I sintomi, che esordiscono con l’insorgenza di lievi rigidità e tremori, sono progressivi e ingravescenti ma, almeno nella fase iniziale, possono essere confusi con i sintomi di altre malattia, mettendo in difficoltà il medico e portandolo anche in un certo numero di casi a formulare una diagnosi errata.

Le cause del Parkinson

Il Parkinson è considerata una malattia idiopatica, ovvero una malattia della quale la causa è sconosciuta, sebbene i medici riconoscano in certi casi un legame con fattori ambientali in sinergia con predisposizioni genetiche ma in talune situazioni è anche riconosciuto un nesso con alterazioni dei vasi sanguigni cerebrali.

Quello che è certo è che nel Parkinson la degenerazione interessa settori cerebrali deputate alla produzione di Dopamina che è un neurotrasmettitore con la funzione di controllare i movimenti. Le statistiche indicano una maggiore incidenza della malattia in persone che abitano zone rurali e certe professioni; in particolare è stato riscontrato un maggiore numero di malati tra i pugili, mettendo in connessione la malattia con traumi cerebrale che nei pugili certo non mancano, anche se non si manifestano clinicamente nel corso della loro attività.

Tra le cause possibili, anche l’uso di sostanze tossiche, come dimostra uno studio eseguito su malati che hanno fatto uso di diverse droghe. Sebbene la malattia colpisca prevalentemente persone ultra sessantenni e uomini in particolare, sono stati riscontrati anche casi giovanili, al di sotto dei 20 anni, con una particolare concentrazione in Giappone ma questa caratteristica geografica non è spiegata.

Problemi correlati e cura

Il Parkinson spesso si associa a sintomi correlati, alcuni anche parecchio sensibili, quale una profonda depressione che in alcuni casi potrebbe anche precedere l’insorgenza degli altri sintomi tipici ma anche difficoltà a deglutire portando il malato a sbavare e a perdere il cibo dalla bocca, frammisto a saliva e ancora spesso insorge una stitichezza ostinata che talvolta richiede anche il ricorso alle cure ospedaliere; spesso presenti anche disturbi del sonno con sonnolenza diurna cui contrasta agitazione ed insonnia notturna. In alcuni casi è stata anche associata al Parkinson l’insorgenza di demenza .

Non esiste, di fatto, una cura per il Parkinson dato anche che non è identificata una causa. La terapia verte particolarmente sul controllo dei sintomi, l’attenuazione di tremori e rigidità e dei problemi collegati, tramite antidepressivi qualora sia presente questo problema, emollienti intestinali e agevolanti la peristalsi eccetera. Poiché è dimostrata una minore produzione di dopamina che altera i movimenti del malato, i medici di solito prescrivono un farmaco a base di levodopa a compensazione della diminuita produzione cerebrale.

Non è il Parkinson direttamente a provocare la morte del malato ma spesso le complicazioni che insorgono quali polmoniti, cadute o asfissia anche in parte per le difficoltà di deglutizione che possono portare facilmente all’ostruzione improvvisa delle vie aeree o all’insorgenza di una grave forma di polmonite provocata dal cibo che invece di transitare regolarmente nell’esofago finisce nei rami bronchiali e nei polmoni, la polmonite ab ingestis.

Redazione